domenica 13 febbraio 2011

Professione archeologo. Spiragli per il riconoscimento e l'ingresso nel sistema delle professioni??

Il riconoscimento e la regolamentazione della professione sono temi molto sentiti nel mondo degli archeologi e grande la frustrazione che deriva nell'essere ancora molto lontani dalla meta. Perciò è indispensabile valutare, e discutere, le iniziative e le idee in questo senso che di tanto in tanto si affacciano alla nostra attenzione. Sia in relazione alla presa di coscienza da parte del sistema beni culturali che gli archeologi professionisti esistono e lavorano sia in relazione all'inquadramento della loro attività nell'ambito dell'insieme di regole e tutele del lavoro professionale.

Ho già accennato in un precedente post al documento "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura" approvato nell'assemblea nazionale del Partito Democratico (4-5 febbraio 2011).
Tra le proposte presentate una sta decisamente a cuore agli archeologi:

"Precondizione per garantire la corretta tutela e valorizzazione del nostro patrimonio è la presenza di professionisti in grado di svolgere al meglio questo compito. Purtroppo ancora oggi molti di questi professionisti non vedono riconosciuta la propria professionalità. è assolutamente improrogabile la modifica del Codice dei Beni Culturali in materia di professioni dei beni culturali, dando così a tutti pieno riconoscimento e aprendo anche alle nuove professioni legate all'innovazione tecnologica (per esempio gli scienziati della diagnostica)."

La questione delle professioni non riconosciute e non regolamentate (quindi anche la nostra) torna nel documento Liberalizzazioni_Professioni. Le proposte del Partito Democratico (proposte già presentate con ddl in Parlamento):

" Equiparare le professioni intellettuali al settore dei servizi. L'equiparazione è necessaria ai fini del riconoscimento delle misure (comunitarie e nazionali) di sostegno economico per lo sviluppo dell'occupazione e degli investimenti, con particolare riferimento ai giovani"
"Riconoscere le professioni non regolamentate. Vanno regolate le libere associazioni costituite su base volontaria e senza diritto di esclusiva tra professionisti (sono circa 3 milioni) che svolgono attività non regolamentate in Ordini, attribuendo ad esse anche compiti di qualificazione professionale".


Interessanti anche queste riflessioni Ma quali liberalizzazioni? sulle professioni: 
predisporre per i professionisti un "sistema di finanziamenti, agevolazioni e garanzie analogo a quello delle imprese" e, nel frattempo, "consentire ai professionisti l'accesso alle misure di cui beneficiano le piccole e medie imprese";
facilitarne l'accesso al credito, particolarmente difficile soprattutto "nei primi anni di attività";
"valutare l'opportunità di estendere anche ai professionisti le misure di ristrutturazione dei debiti di cui beneficiano le imprese".





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