venerdì 29 luglio 2011

Professione Archeologo. L'ANA Puglia istituisce un "osservatorio regionale dei bandi e degli esiti di gara"

Riporto qui di seguito la nota con la quale la sezione pugliese dell'Associazione Nazionale Archeologi ha presentato un'importante iniziativa a tutela della professione.


"ANA Puglia contro l'affidamento di incarichi di schedatura archeologica ad aziende non titolate.

La sezione pugliese dell'ANA ha istituito l'Osservatorio regionale dei bandi e degli esiti di gara, per evitare anomalie e per far riconoscere la nostra professione all'interno del mondo lavorativo.
Per il primo caso di osservatorio l'ANA ha agito a Taranto, considerando la curiosa scelta del Comune di affidare a una azienda di servizi informatici un lavoro di schedatura e messa in rete di dati relativi ad evidenze archeologiche ricadenti nel territorio comunale.
Risultano infatti poco chiari i procedimenti di affidamento di tale incarico, che non hanno previsto emanazione di bandi né tantomeno il ricorso in primis, come sarebbe logico, alla categoria degli archeologi.
Di concerto con il Coordinamento turistico ViviTaranto e le cooperative archeologiche di zona, l'ANA ha provveduto a inviare al Sindaco e ai dirigenti una lettera di richiesta di delucidazioni circa l'accaduto e di annullamento del procedimento.
I rappresentanti ANA hanno avuto inoltre modo di contattare il consigliere comunale Mario Stante, il quale ha richiesto un'interrogazione consigliare sulle vicende relative all'affidamento e ha proposto l'annullamento di tale incarico.
Relazioneremo a breve sulle evoluzioni di questa situazione."

Professione archeologo. L'ANA Sardegna incontra il Magnifico Rettore Prof. Attilio Mastino

La sezione Sardegna dell'Associazione Nazionale Archeologi dedica parte della sua attività a promuovere una fattiva collaborazione con le istituzioni e gli enti locali, al fine di contribuire a migliorare la formazione e le condizioni lavorative degli archeologi che operano nell'isola.
In questa prospettiva è avvenuto l'incontro con il Prof. Attilio Mastino, Magnifico Rettore dell'Università di Sassari, nel quale l'ANA ha proposto alcuni temi di confronto quali il rilascio di attestati ufficiali per i rapporti di collaborazione post lauream con l’Università che valgano a tutti gli effetti come attività lavorativa, utili per fini concorsuali; la realizzazione di corsi di aggiornamento professionale convenzionati; l'archeologia preventiva. 
Il Magnifico Rettore ha ribadito la disponibilità dell'Ateneo sassarese al confronto e alla collaborazione, già espressa nel dicembre scorso in occasione del XIX Convegno internazionale di studi L’Africa romana tenutosi a Sassari, nel quale l'ANA ha avuto uno spazio idoneo per presentare temi e problemi della professione l'attività dell'Associazione.

http://www.sassarinotizie.com/articolo-6116-l_associazione_nazionale_archeologi_incontra_il_rettore_all_universita.aspx

http://lanuovasardegna.gelocal.it/cronaca/2011/07/24/news/gli-archeologi-incontrano-il-rettore-4675816

http://notizie.alguer.it/n?id=42442

giovedì 28 luglio 2011

Professione archeologo su "la Repubblica"

Sul quotidiano "la Repubblica" di martedì 26 luglio il deprimente stato dell'archeologia e degli archeologi in Italia...Archeologia selvaggia, di Francesco Erbani.
L'Associazione Nazionale Archeologi : l'articolo denuncia la vergogna di un Paese ormai incapace di garantire la tutela "reale" dei propri beni culturali, assuefatto ad abbandonare in condizioni degradanti il proprio patrimonio archeologico e con esso le professionalità del settore.

Il cammino è ancora lungo ma la strada che abbiamo imboccato per cambiare le cose è quella giusta...continuiamo a lavorare!!!

sabato 16 luglio 2011

Assunzioni al MIBAC. Come, dove e quando? tre mesi e mezzo dopo

Il 31 marzo 2011 è entrato in vigore un decreto legge (DL 34/2011, convertito nella L. 26 maggio 2011, n. 75 in G.U. 27 maggio 2011, n. 122) che, tra le altre disposizioni, autorizza il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ad assumere personale dalle graduatorie in corso di validità, in deroga al blocco del turn over.
La deroga rispondeva alla necessità e all’urgenza rese esplicite dalla triste vicenda di Pompei dell’autunno scorso, che tanto disappunto ha suscitato e che ha messo in evidenza le diverse problematiche di una politica dei beni culturali non idonea. Tra queste la drammatica carenza di personale delle strutture ministeriali di tutela del patrimonio culturale e le conseguenti difficoltà delle stesse nell’adempimento dei propri compiti.

In base alle norme in vigore per il turn over nella pubblica amministrazione è stato calcolato un contingente di circa 178-180 unità, da attingere dalle graduatorie in corso di validità, in parte destinato a Pompei (circa 25 unità di funzionari tecnici), in parte destinato alla fascia dirigenziale (10 unità), il resto da distribuire nelle altre regioni e tra i diversi profili professionali (funzionari tecnici quali archeologi, architetti, storici dell’arte, archivisti, bibliotecari, amministrativi e assistenti alla vigilanza, sicurezza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico).

Data la natura del provvedimento di legge adottato per affrontare la questione e, almeno in riferimento a Pompei, data la scadenza che il decreto stesso poneva per il programma straordinario di interventi in quel sito (“il Ministro per i Beni e le Attività culturali adotta, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, un programma straordinario e urgente di interventi conservativi di prevenzione, manutenzione e restauro da realizzarsi nelle suddette aree”), dato il rapporto stretto, strettissimo, tra il suddetto programma e le assunzioni (“per il conseguimento degli obiettivi e per la realizzazione del programma di cui al comma 1 e' autorizzata l'assunzione.....”) e date le rassicurazioni del Ministro sulla rapidità delle assunzioni, era lecito aspettarsi una qualche speditezza?
Era lecito attendersi che il Ministero, gravato da decenni dal depauperamento dell’organico, cogliesse l’occasione prontamente?

Tre mesi e mezzo dopo l’entrata in vigore del decreto non si sa nulla. Né delle graduatorie per Pompei (da elaborare sulla base di quelle delle altre regioni, in Campania il concorso non ci fu), né della ripartizione per regione e per profilo degli altri posti, né dei tempi delle assunzioni.

Si fa sempre più insistente il disagio per l’assenza di notizie certe sulle assunzioni...e l'affanno di un'attesa che appare interminabile. Per quanto tempo si può vivere una vita sospesa a impenetrabili decisioni altrui che sembrano non arrivare mai?

I numeri sono risicati e queste assunzioni non faranno il miracolo di salvare il sistema di tutela del patrimonio culturale. E tuttavia esse sono una risorsa che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali non può permettersi di tenere sospesa ancora a lungo, tanto meno di perdere.
Anche perché si corre il serio rischio di non averne altre a breve termine.
"Il MIBAC non subirà alcun taglio del personale", eppure si appresta ridurre il proprio organico del 10%, rendendo di fatto impossibili altre assunzioni per chissà quanto tempo, e si avvia così alla chiusura entro “tre-quattro anni” (http://it.notizie.yahoo.com/beni-culturali-giro-per-mibac-rischio-chiusura-124200499.html
È urgente fare chiarezza sul futuro del MIBAC e del patrimonio culturale dell'Italia. Inquieta  non poco il disaccordo delle alte sfere del Ministero: nessuna previsione di taglio del personale o rischio chiusura per carenza di personale? Qual è la verità?

giovedì 14 luglio 2011

Archeologa che (r)esiste

Sono un’archeologa che (r)esiste da 11 anni.
Molte soddisfazioni, lo riconosco, grazie all’eccezionale contesto umano e professionale nel quale mi sono trovata a lavorare. Altrettante frustrazioni.
Ho avuto qualche volta l’illusione di poter vivere del mio lavoro.
E non mi riferisco solo all’aspetto economico della faccenda, che per altro non deve essere minimizzato (le mie riserve sono finite da un pezzo...).
Mi riferisco soprattutto al tentativo di determinarmi un’identità nella collettività, conquistarmi un posto nel mondo anche per la mia professione e non nonostante la mia professione.
Il contrasto tra la soddisfazione di un lavoro appagante e la frustrazione della sua (e della mia) invisibilità si è fatto nel tempo sempre più lacerante.
Mi ripeto spesso che forse è arrivato il momento di smetterla di giocare con la terra e fare invece sul serio, trovare un lavoro vero.
Rimando, impreparata a ripensare il mio progetto di vita, nel quale ho sempre considerato, senza indecisioni, l’archeologia come un lavoro vero e mi sono battuta perché come tale si percepisse anche dal di fuori.
Sono sempre riuscita a trovare una buona scusa per non decidermi a mollare tutto, ora so che ho già deciso.
È partito un moto che sarà inarrestabile se non verrà meno il coraggio di (r)esistere.
Voglio esserci quando scenderemo in piazza per festeggiare e non per rivendicare.

giovedì 7 luglio 2011

Archeologhe e archeologi che (r)esistono, insieme

Non riesco a non sorprendermi per come tante vite di giovani (e meno giovani) donne e uomini si siano così rapidamente intrecciate intorno alla volontà, sempre più decisa, di vedere riconosciuto il lavoro che svolgono quale professione vera, di denunciare la precarietà selvaggia e l'assenza di diritti, di tutele e di dignità, di rimediare alla generale disinformazione sulla questione.
In pochi mesi archeologhe e archeologi di tutta Italia, che per lo più non si conoscevano e ancora oggi non si conoscono se non attraverso il web, grazie anche anche alla spinta unificante dell'Associazione Nazionale Archeologi, hanno trasformato una debolezza - il paradossale status di invisibilità professionale - in una forza dirompente di incontri, confronti, iniziative in cui si mescolano le esperienze personali.
E se qualcosa oggi si muove - e si muove..lentamente ma si muove - è (anche) merito di queste vite che si sono messe in gioco e unendosi hanno saputo cogliere sempre in modo tempestivo le occasioni per condividere la propria (r)esistenza.

Si avvicina incalzante una di queste occasioni, l'incontro del Comitato Nazionale Se non ora, quando?  Avrei voluto partecipare ai preparativi e all'incontro...se solo non mi gravasse così tanto l'impazienza e l'affanno di decisioni altrui che non arrivano e che tengono la mia vita in estenuante bilico.
Grazie alle archeologhe che (r)esistono, che hanno lavorato anche per me e che rappresenteranno anche me a Siena sabato e domenica prossima. 

Archeologhe e archeologi, è un buon momento. Usiamolo al meglio. 

venerdì 1 luglio 2011

Archeologhe che (r)esistono - Sardegna, terra di archeologhe

......Le “Archeologhe che (r)esistono“, costola della Associazione Nazionale Archeologi, associazione di categoria che conta più iscritti in Italia ed è profondamente radicata in Sardegna, hanno raccontato con determinata ironia la loro condizione di donne invisibili.
Al pari dei colleghi uomini sono altamente specializzate eppure prive di
riconoscimento giuridico da parte dello Stato, conducono un lavoro affascinante ma usurante, in perenne lotta per strappare condizioni dignitose per l’esercizio della propria professione.
E, come tante altre lavoratrici, si trovano prima o poi al bivio più importante: quello che conduce alla 
maternità e all’inizio di una nuova vita, che troppo spesso si traduce in una scelta imposta da condizioni esterne più che dettata dal cuore.
Come donne e archeologhe abbiamo scelto di incontrarci a Siena, sfruttando la grande occasione dataci dal Movimento SNOQ.........continua ne il manifesto sardo