mercoledì 28 settembre 2011

Incontro per la nascita del Comitato ANA Toscana

L'ANA - Associazione Nazionale Archeologi è lieta di annunciare il primo incontro toscano dell'associazione finalizzato alla nascita del Comitato ANA Toscana.

L’Associazione Nazionale Archeologi (ANA) ha l’interesse di difendere i diritti degli archeologi e di dare identità e dignità alla professione archeologica, che stenta ad essere riconosciuta dalle istituzioni e dalle altre categorie professionali.
In questa occasione l’Associazione Nazionale Archeologi incontrerà soci toscani dell’ANA, archeologi, studenti universitari e specializzandi in Archeologia per contribuire alla nascita del comitato regionale toscano e per discutere su tematiche riguardanti la professione archeologica e sui relativi problemi.


L’incontro si terrà Sabato 8 Ottobre 2011 alle ore 11:00 a Pisa presso la sala riunioni del Museo Nazionale di S. Matteo.

Si discuterà delle seguenti tematiche:

• Costituzione del Comitato ANA Toscana;
• Presentazione delle Attività dell’Associazione nazionale e regionale ANA e dei problemi locali dei quali i futuri rappresentanti si occuperanno;
• Proposte ANA sul tariffario e mansionario degli archeologi;
• Proposte varie ed eventuali pervenute dall’assemblea degli archeologi;
• Tesseramento 2011.

Per maggiori info visitate il nostro sito internet: http://www.archeologi.org/
o seguiteci sul gruppo Facebook dell’ANA Toscana.

martedì 27 settembre 2011

Petizione per la ratifica della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico.

AL GOVERNO ITALIANO

L'Associazione Nazionale Archeologi denuncia la mancata ratifica dell'Italia della Convenzione Europea per la protezione del patrimonio archeologico e, in occasione della tavola rotonda "Il mestiere dell'Archeologo" voluta dall'Università di Bologna e svoltasi sabato 24 settembre presso il Dipartimento di archeologia, ha lanciato una petizione per la ratifica da parte dell'Italia della Convenzione europea firmata a La Valletta il 16 gennaio 1992.

La Convenzione è un documento che ha profondamente influenzato la pratica della ricerca archeologica in Europa: in moltissimi paesi europei ha portato ad una profonda riforma del settore attraverso legislazioni organiche che mettono l'archeologia in grado di stare più facilmente al passo con le esigenze della società moderna.

L’Italia, pur avendo firmato l’atto nel 1992, vent'anni dopo non l’ha ancora ratificato, accumulando in questo modo un notevole ritardo rispetto al resto dell'Unione che sta prodigandosi in grandi sforzi nella programmazione delle risorse pubbliche e private destinate alla ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale europeo.

Il Trattato è infatti alla base delle più evolute forme di archeologia preventiva che in Europa costituiscono ormai una delle basi principali dell’attività archeologica.
Gli articoli 5 e 6 della Convenzione stabiliscono che le esigenze della tutela delle testimonianze archeologiche devono essere integrate nei programmi di pianificazione territoriale ma soprattutto che le risorse economiche per tale tutela, in tutte le sue forme (indagini non distruttive, scavo dei siti, conservazione dei resti e soprattutto pubblicazione dei risultati), vengano inserite nel bilancio dei lavori sia pubblici che privati e che quindi non gravino necessariamente sui fondi degli Enti pubblici di tutela, dotazioni che si sono dimostrate nel tempo strutturalmente insufficienti.

Nei Paesi che hanno pienamente accolto le indicazioni della Convenzione, sono nate straordinarie opportunità occupazionali nel settore che si sono immediatamente tradotte in centinaia di posti di lavoro per giovani e meno giovani archeologi oltre che in una rinnovata in un evoluzione della professione, in una rinsaldata coesione degli operatori, in una ritrovata dignità professionale.

Per queste ragioni chiediamo al Governo italiano la ratifica del Trattato in tempi rapidi e l'impegno degli organi legislativi ad avviare contestualmente un percorso legislativo condiviso che riordini la disciplina in materia tenendo conto degli articolati interessi che esprimono i diversi attori nel difficile ma fecondo campo del rapporto fra archeologia e pianificazione territoriale.

I firmatari

lunedì 26 settembre 2011

Puntata di PRESA DIRETTA sulla precarietà: non guardarla da solo

Domenica 2 Ottobre su RAI3 ci sarà la puntata di PRESADIRETTA "Gioventù sfruttata" un racconto sulla precarietà, sulle condizioni contrattuali più estreme, sulle aspettative tradite di un'intera generazione. 
Ma sarà anche il racconto della ribellione che abbiamo portato in piazza il 9 Aprile e nei mesi successivi, per reclamare i nostri diritti, perchè il nostro tempo è adesso!

Se quando guardi Presa Diretta la rabbia ti assale...


NON GUARDARLA DA SOLO.. FA MALE!
ORGANIZZIAMO UNA VISIONE COLLETTIVA

-A ROMA alle 21:00 al FORTE FANFULLA - Via Fanfulla da Lodi, 5 (tram 19 per via Prenestina, fermarsi al Pigneto). 
Per entrare è necessaria la tessera ARCI.

STIAMO ORGANIZZANDO VISIONI COLLETTIVE IN TUTTE LE CITTA'-- presto gli aggiornamenti.
https://www.facebook.com/event.php?eid=180098132065014
https://www.facebook.com/pages/il-nostro-tempo-è-adesso/201822493179015

Se vuoi organizzare una visione collettiva faccelo sapere! 
scrivi a info@ilnostrotempoeadesso.it
http://www.ilnostrotempoeadesso.it/

domenica 25 settembre 2011

Petizione per la ratifica della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico.





Non è necessaria la registrazione, verrà solo chiesto di apporre la propria firma.
Un'email automatica sarà poi inviata all'indirizzo di posta indicato: essa contiene un link che va cliccato per confermare la firma.

L'ANA denuncia la mancata ratifica della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico

L'Associazione Nazionale Archeologi denuncia la mancata ratifica da parte dell'Italia della Convenzione Europea per la protezione del patrimonio archeologico e, in occasione della tavola rotonda "Il mestiere dell'Archeologo" voluta dalll'Università di Bologna e svoltasi sabato 24 settembre presso il Dipartimento di archeologia, ha lanciato una petizione per la ratifica da parte dell'Italia della Convenzione europea firmata a La Valletta il 16 gennaio 1992.

La Convenzione è un documento che ha profondamente influenzato la pratica della ricerca archeologica in Europa: in moltissimi paesi europei ha portato ad una profonda riforma del settore attraverso legislazioni organiche che mettono l'archeologia in grado di stare più facilmente al passo con le esigenze della società moderna. 

L’Italia, pur avendo firmato l’atto nel 1992, vent'anni dopo non l’ha ancora ratificato, accumulando in questo modo un notevole ritardo rispetto al resto dell'Unione che sta prodigandosi in grandi sforzi nella programmazione delle risorse pubbliche e private destinate alla ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale europeo.

Il Trattato è infatti alla base delle più evolute forme diarcheologia preventiva che in Europa costituiscono ormai una delle basi principali dell’attività archeologica. 
Gli articoli 5 e 6 della Convenzione stabiliscono che le esigenze della tutela delle testimonianze archeologiche devono essere integrate nei programmi di pianificazione territoriale ma soprattutto che le risorse economiche per tale tutela, in tutte le sue forme (indagini non distruttive, scavo dei siti, conservazione dei resti e soprattutto pubblicazione dei risultati),vengano inserite nel bilancio dei lavori sia pubblici che privati e che quindi non gravino necessariamente sui fondi degli Enti pubblici di tutela, dotazioni che si sono dimostrate nel tempo strutturalmente insufficienti.

Nei Paesi che hanno pienamente accolto le indicazioni della Convenzione, sono nate straordinarie opportunità occupazionali nel settore che si sono immediatamente tradotte in centinaia di posti di lavoro per giovani e meno giovani archeologi oltre che in una rinnovata in un evoluzione della professione, in una rinsaldata coesione degli operatori, in una ritrovata dignità professionale.

Per queste ragioni l'ANA chiede al Governo italiano la ratifica del Trattato in tempi rapidi e l'impegno degli organi legislativi ad avviare contestualmente un percorso legislativo condiviso che riordini la disciplina in materia tenendo conto degli articolati interessi che esprimono i diversi attori nel difficile ma fecondo campo del rapporto fra archeologia e pianificazione territoriale.

Dal sito dell'Associazione Nazionale Archeologi

giovedì 22 settembre 2011

Assunzioni al MIBAC. Il presidio al Ministero...

Il Comitato vincitori e idonei concorso MIBAC 500 posti esprime la massima gratitudine al Ministro Giancarlo Galan per la disponibilità dimostrata quest'oggi.

Nel corso del presidio organizzato presso la sede del Mibac, il Ministro si è trattenuto con noi rispondendo alle nostre domande e prospettandoci il prossimo futuro in materia di assunzioni.

A fronte della ferma volontà di assumere tutti noi idonei nel giro di due o tre anni (malgrado le oggettive difficoltà nell'aggirare i diversi blocchi gravanti sulla pubblica amministrazione), il Ministro si è comunque impegnato a rendere esecutive le prime immissioni in ruolo entro un mese: ciò significa che i 180 idonei la cui assunzione è prevista dal decreto Omnibus riceveranno le convocazioni entro la seconda metà di ottobre. 
Il Comitato esprime riconoscenza anche al Direttore generale per la valorizzazione, dott. Mario Resca, e al Capo di gabinetto, Salvatore Nastasi.

BOLOGNA 24.9.2011 > Il mestiere dell'archeologo. Vivere di archeologia: quali prospettive, quali professionalità

Nell'ambito del progetto Archeopolis tavola rotonda promossa dal Dipartimento di Archeologia dell’Università degli Studi di Bologna per mettere a confronto le diverse realtà della professione dell’archeologo, un tema di forte attualità nel panorama culturale italiano. 

Il mestiere dell'archeologo. Vivere di archeologia: quali prospettive, quali professionalità
Sabato 24 settembre 2011
ore 11.00 - 17.00 - Università di Bologna – Dipartimento di Archeologia - Piazza San Giovanni in Monte, 2 – Aula Prodi
Qual è il lavoro dell’archeologo? Quale bagaglio di conoscenze deve possedere? In che contesti opera? Con quali tutele? Quanto deve guadagnare e chi lo decide? A quali logiche di mercato deve sottostare? La laurea fa l’archeologo? È chiaro che assegnare una figura professionale all’archeologo oggi significa riflettere sulla sua formazione, sulla sua deontologia e sul contesto in cui è chiamato a operare.

Coordina: Giuseppe Sassatelli (Direttore del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna)
Intervengono
Luigi Malnati (Direzione Generale per le Antichità – Ministero per i Beni e le Attività Culturali)
Filippo Maria Gambari (Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna)
Giuseppe Sassatelli (Direttore del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna)
Paola Giovetti (Direttrice del Museo Civico Archeologico di Bologna)
Enrico Giorgi (Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna)
Stefano Campana (Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università di Siena) 
Franco Marzatico (Direttore del Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali, Trento)
Salvo Barrano (Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Archeologi)
Giorgia Leoni (Presidente della Confederazione Italiana Archeologi) 


Assunzioni al MIBAC. Il Ministro a OTTO E MEZZO

Che fine hanno fatto le 180 assunzioni urgenti nel MIBAC?

La domanda che in questi ultimi giorni è rimbalzata sul web grazie all'insistenza del Comitato vincitori e idonei concorso MIBAC 500 posti è stata finalmente posta direttamente al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan, ospite ieri sera di OTTO E MEZZO su LA7.
Sul finire della trasmissione la conduttrice Lilli Gruber, che ringraziamo sentitamente, ha dato voce alla nostra richiesta di notizie e ha forzato il Ministro a rispondere.
Al di là delle imprecisioni sui numeri e sulla confusione vincitori/idonei...il Ministro ha detto che LE ASSUNZIONI previste e autorizzate dal decreto omnibus per il 2011 SONO SICURE e SARANNO FATTE ALLA FINE DEL MESE e che altre ne verranno nei prossimi due anni salvo ulteriori tagli. Tagli che non si sente di escludere ma che spera si possano evitare...

Attendiamo riscontri per il presente, nella speranza che il "mese" sia questo interminabile settembre...
Per il futuro...sia fatto presente al Ministro che gli ulteriori tagli sono, di fatto, già intervenuti con la manovra economica di agosto. Il famoso emendamento fantasma non è mai realmente esistito..non che non ci abbia provato il Ministro, ma inutilmente, ci sta dicendo che ci riproverà?

Questo il video della trasmissione, dal minuto 32.40

mercoledì 21 settembre 2011

Assunzioni al MIBAC. Se non ora, quando?




     

Giovedì 22 settembre 2011 
PRESIDIO 
del Comitato vincitori e idonei concorso MIBAC 500 posti

ore 10 
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Roma Via del Collegio Romano 27



Che fine hanno fatto 
le 180 assunzioni urgenti nel MIBAC?

Dov’è finita l’indignazione pubblica innescata dai crolli che hanno colpito l’area archeologica di Pompei lo scorso inverno? Dove è finita l’indignazione politica verso il malgoverno dei beni culturali che ha caratterizzato l’infelice stagione dell’ex ministro Sandro Bondi, che è culminata con le sue dimissioni e che sembrava ormai superata con l’insediamento del nuovo ministro Giancarlo Galan ?
Una reazione del governo a quel grave stato di cose si è prodotta infatti con l’emanazione del Decreto legge 24 marzo 2011, n. 34, recante innanzitutto “Disposizioni urgenti in favore della cultura”
Fra queste, il segno più netto di un’inversione di rotta - non risolutiva, ma certo di ottimo auspicio - era la deroga al vigente blocco del turn-over nella Pubblica Amministrazione, e la conseguente facoltà per il MiBAC di assumere nuovo personale di tutela attingendo alle graduatorie in corso di validità.
Inizialmente, si è quantificato tale nuovo personale in circa 169 idonei, da scegliere tra i profili di Terza Area (Archeologo, Architetto, Storico dell’arte, Archivista di Stato, Bibliotecario, Funzionario amministrativo), e quelli di Seconda Area (Assistente alla vigilanza, sicurezza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico). 
Una boccata di ossigeno provvidenziale, per un ministero che da troppi anni vede incrementare solo la quota dei dirigenti, e progressivamente svuotarsi i fondamentali ruoli tecnico-scientifici e di custodia, ruoli ricoperti da personale la cui età media si avvicina ormai a quella della pensione.
Finalmente, con una circolare del 4 agosto 2011, il MiBAC informava di aver inviato ai competenti Uffici del Ministero dell’economia e delle finanze e del Dipartimento della funzione pubblica la relazione illustrativa del piano delle assunzioni, specificate in 180 nuovi dipendenti divisi in 18 dirigenti, 69 funzionari, 68 assistenti alla fruizione, accoglienza, vigilanza e 25 ulteriori funzionari da destinarsi alla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e di Pompei.
Ma da allora tutto è fermo. Quel clamore mediatico e quella “necessità” e “urgenza” che avevano motivato il decreto legge, ormai sei mesi fa, sembrano potersi oggi declassare a sterili e superflui allarmismi. 
E tutto questo nonostante il ministro Galan non perda occasione di ribadire i condivisibili principi ispiratori del suo mandato (niente tagli alla cultura, investimento nella tutela e nel permanente più che nell’effimero, etc.).
A fronte dell’emorragia di migliaia di dipendenti del MiBAC che in questi anni stanno andando in pensione senza essere rimpiazzati, ci sono alcune centinaia di giovani, selezionati, preparati e in molti casi dotati di un curriculum scientifico di prim’ordine, che attendono di coronare il sogno di una vita: lavorare al servizio dello Stato per la tutela del patrimonio artistico e archeologico del nostro Paese. 
C’è una legge che da mesi ha stabilito una prima apertura a questi giovani.

Qual è la volontà del Ministero?

Comitato vincitori e idonei concorso MiBAC 500 posti 
comitatoconc500mibac@tiscali.it

martedì 20 settembre 2011

Assunzioni al MIBAC. Se non ora, quando? Muoviamoci!!!


Giovedì 22 settembre 2011 
Presidio 
del Comitato vincitori e idonei concorso MIBAC 500 posti

ore 10 
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Roma, Via del Collegio Romano 27

Assunzioni al MIBAC. Se non ora, quando?





Che fine hanno fatto 
le 180 assunzioni urgenti nel MIBAC?

Dov’è finita l’indignazione pubblica innescata dai crolli che hanno colpito l’area archeologica di Pompei lo scorso inverno? Dove è finita l’indignazione politica verso il malgoverno dei beni culturali che ha caratterizzato l’infelice stagione dell’ex ministro Sandro Bondi, che è culminata con le sue dimissioni e che sembrava ormai superata con l’insediamento del nuovo ministro Giancarlo Galan ?
Una reazione del governo a quel grave stato di cose si è prodotta infatti con l’emanazione del Decreto legge 24 marzo 2011, n. 34, recante innanzitutto “Disposizioni urgenti in favore della cultura”
Fra queste, il segno più netto di un’inversione di rotta - non risolutiva, ma certo di ottimo auspicio - era la deroga al vigente blocco del turn-over nella Pubblica Amministrazione, e la conseguente facoltà per il MiBAC di assumere nuovo personale di tutela attingendo alle graduatorie in corso di validità.
Inizialmente, si è quantificato tale nuovo personale in circa 169 idonei, da scegliere tra i profili di Terza Area (Archeologo, Architetto, Storico dell’arte, Archivista di Stato, Bibliotecario, Funzionario amministrativo), e quelli di Seconda Area (Assistente alla vigilanza, sicurezza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico). 
Una boccata di ossigeno provvidenziale, per un ministero che da troppi anni vede incrementare solo la quota dei dirigenti, e progressivamente svuotarsi i fondamentali ruoli tecnico-scientifici e di custodia, ruoli ricoperti da personale la cui età media si avvicina ormai a quella della pensione.
Finalmente, con una circolare del 4 agosto 2011, il MiBAC informava di aver inviato ai competenti Uffici del Ministero dell’economia e delle finanze e del Dipartimento della funzione pubblica la relazione illustrativa del piano delle assunzioni, specificate in 180 nuovi dipendenti divisi in 18 dirigenti, 69 funzionari, 68 assistenti alla fruizione, accoglienza, vigilanza e 25 ulteriori funzionari da destinarsi alla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e di Pompei.
Ma da allora tutto è fermo. Quel clamore mediatico e quella “necessità” e “urgenza” che avevano motivato il decreto legge, ormai sei mesi fa, sembrano potersi oggi declassare a sterili e superflui allarmismi. 
E tutto questo nonostante il ministro Galan non perda occasione di ribadire i condivisibili principi ispiratori del suo mandato (niente tagli alla cultura, investimento nella tutela e nel permanente più che nell’effimero, etc.).
A fronte dell’emorragia di migliaia di dipendenti del MiBAC che in questi anni stanno andando in pensione senza essere rimpiazzati, ci sono alcune centinaia di giovani, selezionati, preparati e in molti casi dotati di un curriculum scientifico di prim’ordine, che attendono di coronare il sogno di una vita: lavorare al servizio dello Stato per la tutela del patrimonio artistico e archeologico del nostro Paese. 
C’è una legge che da mesi ha stabilito una prima apertura a questi giovani.

Qual è la volontà del Ministero?

Comitato vincitori e idonei concorso MiBAC 500 posti 
comitatoconc500mibac@tiscali.it

giovedì 8 settembre 2011

Signori, si chiude! E poi?

I Soprintendenti si incontrano alla Certosa di Padula per confrontarsi sull'incerto futuro del patrimonio culturale.
http://www.unita.it/culture/beni-culturali-rischio-estinzione-br-soprintendenti-autoconvocati-1.329413
http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2011/8/109688.html
http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=89007

Cosa accadrà quando, ahimè a breve, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali chiuderà i battenti per mancanza di personale specializzato nella tutela e nella valorizzazione del tanto vantato ma forse poco amato patrimonio culturale e dell'altrettanto vantato ma maltrattato paesaggio?
Esiste un'alternativa soddisfacente?
Io credo di no, ma il punto è: esiste ora? Mentre si smantella la struttura che, tra molte difficoltà, certamente con errori e insufficienze, eppure con elevate competenze e capacità, si occupa e si preoccupa del patrimonio culturale, si sta costruendo un sistema diverso di pari, o addirittura di maggiore, efficacia?
Io non credo che sostituire lo Stato in questo compito sia una buona idea.
Credo, invece, che lo sia creare una rete di collaborazione con lo Stato. Anzi non ci sarebbe nemmeno bisogno di crearla. Esiste già, sarebbe sufficiente riconoscere e disciplinare con serietà le professioni culturali, incentivare con trasparenza ed equità il contributo delle imprese culturali e dei privati.
Ma se il progetto deve essere proprio quello di far abdicare lo Stato, allora sarebbe più saggio avere già un successore.

mercoledì 7 settembre 2011

L'emendamento fantasma e le assunzioni disperse

Dal sito del MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali):
Quest’oggi, il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan, ha presentato formalmente, attraverso il Dipartimento per i rapporti con il Parlamento, due emendamenti alla manovra economica. 

Il  primo consiste nell’abrogazione del comma 31 nell’art. 1, ossia della norma che prevede l’abolizione degli enti pubblici non economici con meno di 70 dipendenti. 

Il secondo emendamento propone l’inclusione del personale con funzione di tutela e valorizzazione dei beni culturali tra quelli che la manovra stessa esclude dai futuri tagli.  


Roma, 23 agosto 2011
Ufficio Stampa - MiBAC
tel. 066723.2261 .2262



La norma della manovra economica che prevedeva la chiusura degli enti pubblici con meno di 70 dipendenti, tra cui istituzioni culturali importanti (quali l'Accademia della Crusca e l'Accademia dei Lincei), concordi maggioranza e opposizione, è stata abrogata.

Sembra essere, invece, caduto nel nulla il secondo emendamento alla manovra, che mirava ad escludere il MIBAC dal nuovo taglio del 10% degli organici della Pubblica Amministrazione, disposto all'art. 1, comma 3.
Il taglio va ad aggiungersi a quello -sempre del 10%- disposto dalla legge 133/2008 (e successive modifiche) e determina blocco delle assunzioni e del turn over, rendendo più che realistico il pericolo chiusura, per mancanza di personale, delle strutture statali di tutela e valorizzazione dei beni culturali (uffici, musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche ecc. ecc.). Chiusura paventata non più tardi di due mesi fa dai vertici del MIBAC che sembravano finalmente aver recepito l’allarme lanciato, inascoltato, da anni dai lavoratori, dai sindacati, dalle associazioni, dai comitati...allarme che torna in questi giorni a gran voce (cgil, uil, ANA, abbracciamo la cultura).

È parsa quindi un’apprezzabile, e inderogabile, iniziativa quella del Ministro.

E però....del suddetto emendamento si sono perse le tracce.

Nel sito web del Senato appositamente dedicato alla pubblicazione del testo della legge e degli emendamenti non c'é. O se c'é è ben nascosto e non si riesce a scovarlo (e ci abbiamo provato in tanti).
L'emendamento analogo presentato dall'opposizione (emendamento 1.45), risulta respinto.
Emendamento del Ministro scomparso, emendamento dell'opposizione respinto.
Il Ministro ha espresso soddisfazione per l'abrogazione del comma 31, ma non ha fatto cenno alla sorte dell'altro emendamento.

Il rischio concreto che nel giro di pochi anni il MIBAC chiuda non avendo abbastanza archeologi, architetti, storici dell'arte, archivisti, bibliotecari, assistenti ecc. ecc. per adempiere al proprio compito costituzionale evidentemente non preoccupa e non è nemmeno notizia da prima pagina.
Nobili levate di scudi (oltre alla presa di posizione del Ministro ricordo l’iniziativa del Sole 24orea difesa delle piccole, ma prestigiose, istituzioni culturali.
Nulla contro l’ulteriore impoverimento delle risorse professionali del MIBAC e l’ormai prossima sua (in)evitabile scomparsa. Nulla, tranne l’emendamento fantasma.
Salvo poi indignarsi di fronte all'impotenza dello Stato nella tutela del patrimonio culturale, come è accaduto per i crolli a Pompei e come accade oggi in seguito agli atti di vandalismo compiuti alla Fontana del Moro e alla Fontana di Trevi. Che sono solo le più eclatanti tra le barbarie cui il patrimonio culturale e il paesaggio sono e, stando così le cose, continueranno ad essere quotidianamente sottoposti. 

Il Ministro dice che "I fondi della cultura non sono diminuiti ma aumentati, certo non sono sufficienti. Siamo lontani da una minima decenza per l'Italia"...e sul fatto di essere ben lontani dalla decenza, mi sa che siamo d'accordo.
E tuttavia non basta non aver tagliato i finanziamenti e sperare che essi aumentino negli anni, se, invece, si bloccano le assunzioni e il turn over e la struttura statale di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, in breve tempo, sarà solo una scatola vuota.

Sarebbe poca cosa persino evitare questo nuovo taglio, ché le reali necessità di personale del MIBAC sono altre.
Ma si sarebbe finalmente affermata la specificità di questo settore della Pubblica Amministrazione e del suo compito, coi fatti e non con sterile propaganda.
Una specificità, sancita dall’art. 9 della Costituzione, che gli dà il diritto di essere incluso tra quelli che non possono permettersi di perdere troppi pezzi....

Che fine ha fatto, quindi, l'emendamento annunciato per escludere il "personale con funzione di tutela e valorizzazione dei beni culturali tra quelli che la manovra stessa esclude dai futuri tagli"?

La preoccupazione per il destino del MIBAC e per il futuro dei beni culturali e del paesaggio è svanita all'improvviso così come si era materializzata.

Avremmo dovuto capirlo dal fatto che dopo oltre 5 mesi dall'approvazione del decreto omnibus che autorizzava assunzioni in deroga al blocco vigente, le assunzioni non sono ancora state fatte.
Da una circolare del MIBAC del 4 agosto scorso sappiamo che saranno chiamati (o dovrebbero essere chiamati?) dal prossimo mese di settembre in 180: 18 dirigenti, 25 funzionari a Pompei e 69 funzionari e 68 assistenti non si sa come ripartiti per regione e per profilo professionale.
Settembre è arrivato e ha portato, anziché la buona novella delle chiamate, il rischio che salti tutto a causa della nuova manovra economica con il suo nuovo taglio degli organici.
Non sembra però urgente porre rimedio, e in fretta, al grande pasticcio...se ne parlerà la prossima settimana...ma la prossima settimana potrebbe essere troppo tardi.

domenica 4 settembre 2011

Anteprima ANA a "Presa Diretta" di Riccardo Iacona


Dal minuto 44 un'anteprima della partecipazione dell'ANA alla prossima stagione del programma 'Presa Diretta' di Riccardo Iacona

[dal sito www.rai.tv]
Quante sono le partite Iva in Italia? Quante sono attive? 
Con la manovra fiscale il governo pensa di cancellare le partire Iva inattive da almeno tre anni che sarebbero, secondo le stime dell’Agenzia delle Entrate, due milioni, ma prevede anche di cambiare le regole del forfait fiscale e molti contribuenti rischiano un aumento delle tasse. Come reagirà il “popolo delle partite Iva”? 
In studio il giornalista Riccardo Iacona, il direttore generale dell’Inps Mauro Nori, il presidente del Consiglio Nazionale Forense Guido Alpa, il commercialista Enrico Zanetti, lo scrittore Sergio Bologna, la giornalista de Il Fatto Quotidiano Daria Lucca, Ilaria Lani della Cgil, onorevole Maurizio Paniz del Pdl e il senatore dell’Idv Felice Belisario.