mercoledì 7 settembre 2011

L'emendamento fantasma e le assunzioni disperse

Dal sito del MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali):
Quest’oggi, il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan, ha presentato formalmente, attraverso il Dipartimento per i rapporti con il Parlamento, due emendamenti alla manovra economica. 

Il  primo consiste nell’abrogazione del comma 31 nell’art. 1, ossia della norma che prevede l’abolizione degli enti pubblici non economici con meno di 70 dipendenti. 

Il secondo emendamento propone l’inclusione del personale con funzione di tutela e valorizzazione dei beni culturali tra quelli che la manovra stessa esclude dai futuri tagli.  


Roma, 23 agosto 2011
Ufficio Stampa - MiBAC
tel. 066723.2261 .2262



La norma della manovra economica che prevedeva la chiusura degli enti pubblici con meno di 70 dipendenti, tra cui istituzioni culturali importanti (quali l'Accademia della Crusca e l'Accademia dei Lincei), concordi maggioranza e opposizione, è stata abrogata.

Sembra essere, invece, caduto nel nulla il secondo emendamento alla manovra, che mirava ad escludere il MIBAC dal nuovo taglio del 10% degli organici della Pubblica Amministrazione, disposto all'art. 1, comma 3.
Il taglio va ad aggiungersi a quello -sempre del 10%- disposto dalla legge 133/2008 (e successive modifiche) e determina blocco delle assunzioni e del turn over, rendendo più che realistico il pericolo chiusura, per mancanza di personale, delle strutture statali di tutela e valorizzazione dei beni culturali (uffici, musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche ecc. ecc.). Chiusura paventata non più tardi di due mesi fa dai vertici del MIBAC che sembravano finalmente aver recepito l’allarme lanciato, inascoltato, da anni dai lavoratori, dai sindacati, dalle associazioni, dai comitati...allarme che torna in questi giorni a gran voce (cgil, uil, ANA, abbracciamo la cultura).

È parsa quindi un’apprezzabile, e inderogabile, iniziativa quella del Ministro.

E però....del suddetto emendamento si sono perse le tracce.

Nel sito web del Senato appositamente dedicato alla pubblicazione del testo della legge e degli emendamenti non c'é. O se c'é è ben nascosto e non si riesce a scovarlo (e ci abbiamo provato in tanti).
L'emendamento analogo presentato dall'opposizione (emendamento 1.45), risulta respinto.
Emendamento del Ministro scomparso, emendamento dell'opposizione respinto.
Il Ministro ha espresso soddisfazione per l'abrogazione del comma 31, ma non ha fatto cenno alla sorte dell'altro emendamento.

Il rischio concreto che nel giro di pochi anni il MIBAC chiuda non avendo abbastanza archeologi, architetti, storici dell'arte, archivisti, bibliotecari, assistenti ecc. ecc. per adempiere al proprio compito costituzionale evidentemente non preoccupa e non è nemmeno notizia da prima pagina.
Nobili levate di scudi (oltre alla presa di posizione del Ministro ricordo l’iniziativa del Sole 24orea difesa delle piccole, ma prestigiose, istituzioni culturali.
Nulla contro l’ulteriore impoverimento delle risorse professionali del MIBAC e l’ormai prossima sua (in)evitabile scomparsa. Nulla, tranne l’emendamento fantasma.
Salvo poi indignarsi di fronte all'impotenza dello Stato nella tutela del patrimonio culturale, come è accaduto per i crolli a Pompei e come accade oggi in seguito agli atti di vandalismo compiuti alla Fontana del Moro e alla Fontana di Trevi. Che sono solo le più eclatanti tra le barbarie cui il patrimonio culturale e il paesaggio sono e, stando così le cose, continueranno ad essere quotidianamente sottoposti. 

Il Ministro dice che "I fondi della cultura non sono diminuiti ma aumentati, certo non sono sufficienti. Siamo lontani da una minima decenza per l'Italia"...e sul fatto di essere ben lontani dalla decenza, mi sa che siamo d'accordo.
E tuttavia non basta non aver tagliato i finanziamenti e sperare che essi aumentino negli anni, se, invece, si bloccano le assunzioni e il turn over e la struttura statale di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, in breve tempo, sarà solo una scatola vuota.

Sarebbe poca cosa persino evitare questo nuovo taglio, ché le reali necessità di personale del MIBAC sono altre.
Ma si sarebbe finalmente affermata la specificità di questo settore della Pubblica Amministrazione e del suo compito, coi fatti e non con sterile propaganda.
Una specificità, sancita dall’art. 9 della Costituzione, che gli dà il diritto di essere incluso tra quelli che non possono permettersi di perdere troppi pezzi....

Che fine ha fatto, quindi, l'emendamento annunciato per escludere il "personale con funzione di tutela e valorizzazione dei beni culturali tra quelli che la manovra stessa esclude dai futuri tagli"?

La preoccupazione per il destino del MIBAC e per il futuro dei beni culturali e del paesaggio è svanita all'improvviso così come si era materializzata.

Avremmo dovuto capirlo dal fatto che dopo oltre 5 mesi dall'approvazione del decreto omnibus che autorizzava assunzioni in deroga al blocco vigente, le assunzioni non sono ancora state fatte.
Da una circolare del MIBAC del 4 agosto scorso sappiamo che saranno chiamati (o dovrebbero essere chiamati?) dal prossimo mese di settembre in 180: 18 dirigenti, 25 funzionari a Pompei e 69 funzionari e 68 assistenti non si sa come ripartiti per regione e per profilo professionale.
Settembre è arrivato e ha portato, anziché la buona novella delle chiamate, il rischio che salti tutto a causa della nuova manovra economica con il suo nuovo taglio degli organici.
Non sembra però urgente porre rimedio, e in fretta, al grande pasticcio...se ne parlerà la prossima settimana...ma la prossima settimana potrebbe essere troppo tardi.

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