martedì 12 aprile 2011

Knowledge Workers - Il Quinto Stato siamo Noi

"Negli ultimi anni si è fatta strada nella nostra società una nuova categoria professionale: i lavoratori della conoscenza, o knowledge workers, professionisti in grado di mettere il proprio capitale intellettuale al servizio dello sviluppo di una comunità o di un'azienda. Non si tratta solo di lavoratori in possesso di un determinato bagaglio culturale; stiamo parlando di individui in grado di immaginare e progettare scenari futuri, che si occupano di sviluppare nuove idee in grado di apportare crescita e benessere. In poche parole: sono coloro che “maneggiano” il capitale culturale del paese e che nel loro operare producono altro capitale culturale o, se vogliamo dirlo con Sraffa, sono coloro che “producono conoscenza per mezzo di conoscenza” , quella ricchezza difficile da quantificare, ma che rappresenta l'indice di lungimiranza e coraggio di una società".
Così si apre il manifesto dei lavoratori della conoscenza 
che lancia una campagna di sensibilizzazione per:
1. permettere ai lavoratori della conoscenza di riconoscersi: “Siamo noi il Quinto Stato” è il nostro slogan;
2. creare un grande racconto sul mondo del knowledge working, attraverso una serie di vi- deo-interviste rivolte ai lavoratori della conoscenza (alcune realizzate dagli ideatori del SN stesso, altre dagli aderenti all'iniziativa come azione di coinvolgimento “dal basso”). La convinzione è che, concretizzando in maniera visiva questa classe di lavoratori, potremo dare spessore a tutti i knowledge worker sparsi sul territorio, contribuendo anche a rendere conto della grandezza e della complessità del fenomeno;
3. sensibilizzare, fornire informazioni e approfondimenti sui temi legati al mondo del lavoro, ai diritti dei lavoratori, alle proposte di legge sulle riforme del mercato del lavoro;
4. promuovere l’aggregazione dei lavoratori della conoscenza, fornendo uno spazio, i mezzi e dei contenuti attorno a cui e in nome dei quali l’aggregazione possa aver luogo;
5. coinvolgere il più direttamente possibile i protagonisti reali del lavoro della conoscenza, per- mettendo loro di partecipare attivamente alla campagna;
6. rendere il più agevoli possibile le interazioni e la condivisione di prospettive e contributi at- traverso l’utilizzo del web come forma privilegiata (ma non esclusiva) di comunicazione e di incontro;
7. ideare proposte politiche e legislative per migliorare le condizioni dei knowledge workers.
http://knowledgework3rs.wordpress.com/

Archeologi, lavoratori dei beni culturali tutti..che ne pensate?
A me piace l'idea di un fronte unito.

1 commento:

  1. Sì, l'idea mi piace. Credo che il termine "knowledge worker" mi definisca esattamente.
    Agghiacciante la video-intervista del 13.04.2011.
    Sta nell'area semantica della battutaccia sugli studenti di archeologia : "Ma chi te lo fa fare a studiare così tanto per finire poi a zappare la terra?"...
    Vediamo se la questione procede e in che modo.
    Intanto, si continua a studiare.

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