E' ora di rompere la passività con cui più generazioni di archeologi hanno assistito inerti alla destrutturazione di una professione, sempre più marginale all'interno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e delle Università anche per l'incapacità storica di sapersi unire e aggregare al di là dei vari orticelli.
In un paese in cui l'80% degli archeologi opera all'esterno della pubblica amministrazione in forma precaria, in cui oltre il 70% degli archeologi è donna e abbandona la professione a quaranta anni, in cui il ruolo dell'archeologo nei cantieri non viene riconosciuto, è giunto il momento di dire basta.
Basta con l'assenza di riconoscimento professionale!
Basta con la negazione di diritti e di tutele sul luogo di lavoro!
Basta con la mortificazione quotidiana di archeologhe e archeologi da parte di imprese e cooperative!
Basta allo sfruttamento da parte di dipartimenti universitari!
Basta all'indifferenza compassionevole o - peggio - alla complicità da parte dei colleghi strutturati nel Ministero e nelle Soprintendenze.
Per questo il 6 maggio l'Associazione Nazionale Archeologi chiede a tutti gli archeologi di aderire allo sciopero generale. Chi è dipendente lo faccia nella forma tradizionale, astenendosi dal lavoro.
Chi è precario lo faccia nella forma che ritiene più opportuna. Bloccando il cantiere, se può.
Ritardando le consegne, se può. Non rispondendo al telefono, se può.
Ma se non può perchè è ricattabile e vulnerabile, sfidi comunque il ricatto aderendo alla campagna PRECARI/E IN SCIOPERO!
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