domenica 14 agosto 2011

Bravi i volontari non pagati e cattivi gli archeologi che vogliono essere retribuiti per svolgere il proprio lavoro?


L'Associazione Nazionale Archeologi esprime grande disappunto in merito al servizio sul volontariato archeologico andato in onda sul TG2 delle 20.30 del giorno 11 agosto scorso.

Il taglio del servizio nasconde i gravi problemi che il settore ed i suoi operatori affrontanoquotidianamente lasciando intendere che la possibile soluzione sia il volontariato.
Inoltre sembra di intravedere un raffronto tra i bravi volontari non pagati ed i cattivi archeologi che vengono retribuiti per svolgere il proprio lavoro.

Premesso tutto il rispetto per il volontariato nei beni culturali, indispensabile per la tutela diffusa, sentiamo di ribadire con forza (e non immaginavamo ce ne fosse ancora bisogno) che la professione è un'altra cosa. La professione deve essere svolta da persone abilitate a farlo, con un corretto iter di studio.

L'ANA da anni sostiene la necessità della definizione del profilo professionale dell'archeologo affinché tale professione, che richiede anni di studio e di conoscenze, venga esercitata da chi ha le qualifiche per farlo.

Esempi come questo dimostrano ancora di più, se possibile, l'urgenza di tale richiesta.
Soprattutto in questo momento in cui migliaia di archeologi sono professionisti deboli, per nulla tutelati, anzi spesso sfruttati, che per mesi aspettano il pagamento dei loro lavori per vivere, non si sentiva affatto la necessità di questo servizio che ridicolizza un'intera categoria.

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