sabato 22 gennaio 2011

Professione archeologo. L'ANA Sardegna all'Africa Romana

Intervento dell'ANA-Sezione Sardegna al convegno L'Africa Romana XIX (Sassari-Alghero 16-19 dicembre 2010      

                                              
 













ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARCHEOLOGI
SEZIONE SARDEGNA








Buongiorno a tutti. Porto il saluto dell’Associazione Nazionale Archeologi che rappresento in Sardegna insieme al vicepresidente Franco Giuliano Rolando Campus e ringrazio vivamente il Magnifico Rettore Prof. Attilio Mastino per aver voluto ospitare questo intervento all’interno dei lavori del convegno.

L’Associazione Nazionale Archeologi è attiva da anni per il riconoscimento della professione di archeologo, per la tutela dei diritti ad esso legati e per la promozione delle attività oggetto della professione stessa. La Sardegna è entrata a far parte dell’Associazione nel 2008 e da maggio 2010 è attiva la Sezione Regionale Sardegna rappresentata in tutti gli organi dell’Associazione.

È noto che in Italia non esiste attualmente una norma giuridica che definisca la professione di archeologo. Pertanto, nonostante tale figura sia ampiamente presente non solo nella realtà del lavoro autonomo ma persino nell’immaginario collettivo, essa non è mai stata regolamentata. E’ da più di trent’anni che l’esigenza della definizione della professione si fa, in modi e tempi diversi, sentire, senza che per vari motivi si sia mai arrivati ad una sintesi condivisa..

Nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004) che disciplina in modo approfondito ogni aspetto relativo ai beni oggetto di tutela, non appare la parola archeologo, né lo si indica come la figura che deve occuparsi dei beni archeologici e delle azioni ad essi relative. L’unica e parziale definizione della professione di archeologo contenuta nell’art. 95 del D. Lgs 163/2006 limitatamente alle attività di archeologia preventiva è in questi giorni al centro di interpretazioni fuorvianti e proposte di emendamenti che ne stravolgerebbero senso e funzione, azioni contro le quali gli archeologi della Sardegna hanno fatto ricorso alle vie legali.

Questo nonostante gran parte del lavoro in ambito archeologico sia svolto da decenni da professionisti dell’archeologia che operano in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con le Università e rapportandosi in autonomia ed in maniera crescente ad enti pubblici e privati.

Ma questa collaborazione ha bisogno di regole a garanzia della professionalità e dignità degli archeologi, dei loro titoli di studio e del loro curriculum, della trasparenza degli affidamenti degli incarichi, del lavoro delicato di salvaguardia delle testimonianze culturali e della trasmissione delle stesse e dei loro valori alla collettività, e non può essere solo una scelta di coscienza avente come contraltare, a priori, la precarietà illimitata della vita lavorativa.

L’ANA è impegnata affinché la proposta di legge, giacente in parlamento dal 2008, che inserisce la definizione della professione di archeologo nel codice dei beni culturali, come già avvenuto per i restauratori, venga finalmente portata avanti e approvata.

La Sardegna ha un patrimonio straordinario di cervelli, esperienza, conoscenza di un territorio spesso non agevole da percorrere e delle interazioni culturali complesse che lo attraversano, che gli archeologi sono in grado di leggere e di reinterpretare con gli strumenti che questa professione
mette loro a disposizione. In un momento così complesso in cui in Italia la cultura soffre per i tagli indiscriminati e per l’avanzare di modelli che la relegano ad un ruolo di secondo e terz’ordine nello sviluppo del Paese, la Sardegna non può permettersi di disperdere anche questa ricchezza che è costata impegno, sacrificio e che può invece rappresentare una risorsa reale non solo per gli archeologi stessi, ma per la collettività.

L’ANA Sardegna si rivolge a tutte le istanze della cultura, alle Soprintendenze, alle Università, agli Enti Territoriali ponendosi come punto di riferimento e interlocutore qualificato per instaurare nuove forme di collaborazione più adeguate ai tempi e alle esigenze degli archeologi e degli ambiti nei quali operano, nell’intento unico e comune della salvaguardia del territorio e del patrimonio culturale e identitario di quest’isola, a prescindere dalle forme contrattuali nelle quali vicende talvolta non lusinghiere hanno orientato, negli anni, le modalità di inserimento nel mondo del lavoro. Per questo motivo proponiamo da subito l’apertura di un tavolo di lavoro sulle problematiche più generali della professione di archeologo e su aspetti specifici legati ai programmi culturali e di sviluppo della Sardegna.

Nell’invitarvi alla lettura del poster sulle linee guida e sull’attività dell’Associazione in Sardegna e a rivolgervi, presso la Segreteria, ai nostri soci, a vostra disposizione per qualunque chiarimento e informazione, ringraziamo tutti per l’attenzione e porgiamo i nostri migliori auguri per un 2011 di cultura e lavoro.
Sassari, 18 dicembre 2010


Giuseppina Manca di Mores Presidente ANA Sardegna







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