sabato 26 febbraio 2011

Abbracciamo la cultura - Roma 5 marzo 2011

Roma 5 marzo 2011 - Colosseo ore 9:30
Contro i tagli alla cultura e per dare dignità al lavoro


interventi di 
Rossella Muroni - Legambiente
Salvo Barrano - Associazione Nazionale Archeologi
Giulio Scarpati - Sindacato Italiano Attori
Roberto Natale - Federazione Nazionale Stampa Italiana
Susanna Camusso - CGIL

http://www.abbracciamolacultura.it/


venerdì 25 febbraio 2011

Non ci resta che sperare nei Vandali di Stella e Rizzo

Chiuse ormai le polemiche politiche su Pompei e sull'inefficacia dell'azione del Ministro, fallito il tentativo di utilizzare il decreto milleproroghe per rimediare all'ennesimo taglio di risorse, liquidate le grida di allarme del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e il Paesaggio, dei Soprintendenti, dei tecnici, delle associazioni professionali e culturali, mortificate le speranze degli idonei dell'ultimo concorso che forse attenderanno invano il proprio turno mentre il Ministero si rimpinza di personale privo delle competenze tecniche che gli servono e affitta per sopperire a ciò personale esterno, non selezionato con criteri trasparenti e quindi non necessariamente qualificato, tramontata ll'illusione che un evento triste come il crollo di Pompei e la sua risonanza mediatica costringessero la politica ad un esame di coscienza su come tratta il patrimonio culturale, non ci resta che sperare che inchieste come quella di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo continuino a far parlare di sé, mantenendo viva l'attenzione, almeno della gente.

Che Tempo Che Fa -12/02/2011
Parla con me - 22/02/2011
http://www.corriere.it/cronache/speciali/2011/vandali/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/un-grande-patrimonio-assaltato-dai-vandali/

sabato 19 febbraio 2011

Comunicato Stampa del comitato vincitori e idonei concorso MIBAC 500

COMUNICATO STAMPA 19 febbraio 2011

Dopo l'approvazione in Senato del cosiddetto decreto “Milleproroghe”, che ha stralciato tutti gli emendamenti miranti a convogliare risorse nella cultura e nei Beni Culturali, non possiamo che constatare ancora una volta la scarsa attenzione della classe politica per il patrimonio culturale italiano. I continui proclami sulla importanza strategica dei beni culturali nello sviluppo economico e sociale del nostro paese, non si sono tradotti neppure in questa occasione in investimenti e in atti concreti che diano respiro a un settore ormai allo stremo a causa dei progressivi e inesorabili tagli praticati negli ultimi anni. Nonostante i frequenti allarmi delle Soprintendenze sulla cronica mancanza di personale tecnico e di fondi a disposizione, nonostante il rilievo mediatico internazionale dei crolli ai danni di monumenti unici al mondo, nonostante gli appelli degli intellettuali per lo stato di abbandono del nostro patrimonio, il Ministero dei Beni culturali, un tempo organo ad alto valore tecnico e fiore all'occhiello delle politiche di tutela, continua ad essere trattato dal governo alla stregua di un qualsiasi apparato amministrativo, senza alcun rispetto per le sue peculiarità.
Ci lascia sconcertati che nonostante la gravissima carenza di organico, derivata da decenni di mancanza di concorsi, la Funzione pubblica intimi al MIBAC, nel silenzio generale e soprattutto nella totale assenza del Ministro competente, di applicare un ulteriore e indiscriminato taglio del 10% sull'organico di fatto. Ci lascia sconcertati l’incomprensibile scelta, in base al DL 78/2010, di trasferire in toto al Mibac, lo stesso ministero a cui si impone un taglio del 10% dell’organico, le 150 unità del dismesso Ente Teatrale Italiano e dell'ex Ente Tabacchi (la maggior parte con contratto di diritto privato) senza valutare i profili professionali dei dipendenti e le esigenze del ministero stesso, che avrà in questo modo aree amministrative in esubero e aree tecniche sotto-organico. Ci lascia sconcertati ed è oltremodo offensivo che si riversino milioni di Euro nelle tasche delle società di diritto privato Arcus e Ales, (a quest'ultima sono stati riservati di recente, da parte dello stesso MIBAC, 12 milioni di euro da spendere tra Lazio e Campania) per assunzioni di personale e interventi operativi, mentre le sedi periferiche sono prive di risorse e gli idonei dell'ultimo duro e selettivo concorso pubblico, che potrebbero rappresentare un valore aggiunto per il Ministero, essendo in gran parte muniti di titoli accademici e specializzazioni post universitarie, sono lasciati in trepida attesa e con il costante timore che le graduatorie vadano in scadenza.
Noi riteniamo che le logiche che devono guidare il settore dei beni culturali, che per la sua unicità riconosciuta a livello mondiale potrebbe rappresentare la chiave di volta per uscire dalla crisi economica che attanaglia il nostro paese, debbano essere chiare, limpide e improntate a una strategia di lungo periodo. Di fronte all'attuale situazione, che conferisce al Ministero l'immagine di un organismo in disarmo, attendiamo dalla politica, maggioranza e opposizione, una risposta concreta che vada al di la delle dichiarazioni di impegno, e una scelta di campo, che è urgente e non più derogabile.

Comitato vincitori e idonei concorso MIBAC 500 posti Segreteria organizzativa c/o Dott.ssa Gianfranca Salis Via Managheri 19 08025 Oliena (NU)
mail: comitatoconc500mibac@tiscali.it

giovedì 17 febbraio 2011

Paradossi e contorsionismi del sistema beni culturali

Lo stato di evidente disagio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali  per la mancanza di personale, è stato denunciato da più parti, Ministro incluso in Parlamento pochi mesi fa,  così come sono oggi ben note e ben chiare le sue mortificanti ricadute sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio culturale.
Nonostante ciò il Governo non ha accolto la richiesta di evitare l'ulteriore taglio del 10% dell'organico né le iniziative proposte nell'ambito del decreto milleproroghe.
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali risulta così in sovra-organico rispetto ai parametri imposti dal Governo al pubblico impiego (non certo rispetto alle reali necessità...). Cosa che, di fatto, blocca le assunzioni almeno fino al 2012.
Doloroso, ahimè prevedibile nel contesto delle attuali scelte politiche sui beni culturali.

Ma c'è anche di peggio.
Già sovra-organico, pur lamentando la necessità di ristabilire un minimo accettabile di efficienza ai suoi uffici con personale adeguato e competente, un ulteriore esubero è determinato dall'immissione dei lavoratori provenienti dai soppressi Ente Teatrale Italiano e Ente Tabacchi Italiano.
L'assunzione di nuovo personale, attingendo alla graduatorie dell'ultimo concorso espletato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che mettono a disposizione dell'amministrazione le figure professionali di cui ha bisogno, è subordinata, pure, a questo.
Gli idonei di uno specifico concorso sono messi da parte, a questo punto chissà ancora per quanto, per far posto a personale proveniente da altri enti, non espressamente selezionato per i profili professionali operanti al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. In particolare ciò rileva per i profili tecnici, archeologi, architetti, storici dell'arte. Ma anche dagli addetti alla vigilanza, sicurezza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico ci si aspettano specifiche competenze, altrimenti perché sottoporre i candidati ad una procedura concorsuale così dettagliata e specifica nelle conoscenze richieste?

Ma c'è anche altro.

mercoledì 16 febbraio 2011

Beni culturali e decreto milleproroghe: niente di fatto. E adesso?

La soddisfazione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali per i provvedimenti approvati con il maxi emendamento al decreto mille proroghe mi sembra un po' esagerata.
Se essi sono, dice il Ministro, "un primo importante segnale" e "due buoni risultati nell'interesse della cultura", come dobbiamo interpretare l'oblio calato sui gravi, e ben noti, problemi dei beni culturali?
Il piano straordinario per Pompei, dallo stesso Ministro con enfasi annunciato a dicembre, è stato bocciato per la seconda volta e, in generale, né al patrimonio archeologico, storico, artistico né al paesaggio è stata rivolta la benché minima attenzione, anzi sono state bocciate senza appello e senza discussione le relative proposte.
Quali sono le prossime mosse, se ci sono?
Ben venga "l'impegno per il reintegro del FUS", a quando l'impegno per la tutela dei beni culturali?

martedì 15 febbraio 2011

Beni culturali e decreto milleproroghe: niente di fatto?

In attesa di conoscere il testo del maxi-emendamento al decreto mille-proroghe e delle eventuali novità dell'ultim'ora, dai resoconti dei passaggi parlamentari dei giorni scorsi si rileva che degli emendamenti riguardanti i beni culturali non si sarebbe salvato nemmeno quello che predisponeva il piano straordinario per Pompei, piano già stralciato a dicembre dal Consiglio dei Ministri in sede di approvazione del decreto. Emendamento presentato a firma di L. Malan e che risulta ritirato

Non era realistico aspettarsi, da parte del Governo, un ripensamento radicale della politica dei beni culturali. 
Non era realistico aspettarsi che il Governo ammettesse di aver sbagliato -perché il piano straordinario per Pompei altro non è che un'ammissione di colpa, il riconoscimento del fallimento della politica finora attuata in uno dei più straordinari siti archeologici del mondo e il tentativo di rimediare attuando misure da tempo e da più voci evocate, attuando quella che dovrebbe essere la normale prassi amministrativa: garantire le giuste risorse, umane, economiche e burocratiche.
Non era realistico aspettarsi che il Governo accogliesse le proposte dell'opposizione, presentate in forma di emendamenti allo stesso decreto milleproroghe, per iniziare a fronteggiare in modo serio lo stato vegetativo del sistema beni culturali.
Non era realistico aspettarsi che il Governo correggesse la rotta, non solo a Pompei ma su tutto il territorio nazionale.

E però era lecito aspettarsi...

domenica 13 febbraio 2011

Professione archeologo. Spiragli per il riconoscimento e l'ingresso nel sistema delle professioni??

Il riconoscimento e la regolamentazione della professione sono temi molto sentiti nel mondo degli archeologi e grande la frustrazione che deriva nell'essere ancora molto lontani dalla meta. Perciò è indispensabile valutare, e discutere, le iniziative e le idee in questo senso che di tanto in tanto si affacciano alla nostra attenzione. Sia in relazione alla presa di coscienza da parte del sistema beni culturali che gli archeologi professionisti esistono e lavorano sia in relazione all'inquadramento della loro attività nell'ambito dell'insieme di regole e tutele del lavoro professionale.

Ho già accennato in un precedente post al documento "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura" approvato nell'assemblea nazionale del Partito Democratico (4-5 febbraio 2011).
Tra le proposte presentate una sta decisamente a cuore agli archeologi:

"Precondizione per garantire la corretta tutela e valorizzazione del nostro patrimonio è la presenza di professionisti in grado di svolgere al meglio questo compito. Purtroppo ancora oggi molti di questi professionisti non vedono riconosciuta la propria professionalità. è assolutamente improrogabile la modifica del Codice dei Beni Culturali in materia di professioni dei beni culturali, dando così a tutti pieno riconoscimento e aprendo anche alle nuove professioni legate all'innovazione tecnologica (per esempio gli scienziati della diagnostica)."

La questione delle professioni non riconosciute e non regolamentate (quindi anche la nostra) torna nel documento Liberalizzazioni_Professioni. Le proposte del Partito Democratico (proposte già presentate con ddl in Parlamento):

" Equiparare le professioni intellettuali al settore dei servizi. L'equiparazione è necessaria ai fini del riconoscimento delle misure (comunitarie e nazionali) di sostegno economico per lo sviluppo dell'occupazione e degli investimenti, con particolare riferimento ai giovani"
"Riconoscere le professioni non regolamentate. Vanno regolate le libere associazioni costituite su base volontaria e senza diritto di esclusiva tra professionisti (sono circa 3 milioni) che svolgono attività non regolamentate in Ordini, attribuendo ad esse anche compiti di qualificazione professionale".


Interessanti anche queste riflessioni Ma quali liberalizzazioni? sulle professioni: 
predisporre per i professionisti un "sistema di finanziamenti, agevolazioni e garanzie analogo a quello delle imprese" e, nel frattempo, "consentire ai professionisti l'accesso alle misure di cui beneficiano le piccole e medie imprese";
facilitarne l'accesso al credito, particolarmente difficile soprattutto "nei primi anni di attività";
"valutare l'opportunità di estendere anche ai professionisti le misure di ristrutturazione dei debiti di cui beneficiano le imprese".





sabato 12 febbraio 2011

Se non ora quando. Archeologhe

di Giuseppina Manca di Mores
Presidente ANA Sardegna

La donne archeologhe sono tante - probabilmente sono la maggioranza - in questo mestiere, e lo svolgono, a diversi livelli, negli enti di tutela, nella ricerca, nella promozione della cultura, come libere professioniste e in tanti altri ruoli. In molte ancora si dibattono nel tentativo di trasformare quegli studi nei quali hanno fermamente creduto in un mezzo di sostentamento per sé e la propria famiglia, in un settore come quello della cultura mai come oggi disordinato, forse anche non compreso, spesso privo di tutele.

Eppure è proprio un problema di cultura quello che si pone all’attenzione in questo momento nel mondo femminile. Lo sanno bene le donne archeologhe, che hanno scelto di studiare e interpretare il passato per restituirlo al loro presente e al futuro dei loro figli, accedendo e facendo proprio quel patrimonio di conoscenze che insegna a leggere e ricomporre, attraverso gli oggetti e i frammenti, i modi in cui uomini e donne di volta in volta hanno risolto insieme la loro esistenza. Sono abituate a leggere diversità, differenze, similitudini e aspetti comuni come manifestazioni diverse legate da meccanismi, anche e soprattutto di potere, per mezzo dei quali si realizzano e si intrecciano.

E nel far questo, anche nelle situazioni lavorative più difficili, accedono al privilegio della conoscenza, alla capacità di spiegare per sé e per gli altri le realtà complesse, alla disponibilità di strumenti ampi per capire, e infine alla possibilità rara di dirigere e determinare sempre più, con la loro mente e le loro mani, la propria esistenza, rifiutando deleghe mortificanti della propria dignità.

Queste donne, insieme alle altre, possono fare la differenza per sé, per i loro compagni spesso uniti nella passione per lo stesso mestiere e lo stesso sentire, per figlie e figli trasmettendo e restituendo alla collettività quella conoscenza che le spetta. Perché la consapevolezza dei propri diritti e della propria dignità che nasce dalla dimestichezza coi meccanismi di accesso alla conoscenza porta a capire e a incidere affinché i diritti e la dignità di tutte e di tutti vengano riconosciuti, condivisi e dunque rispettati.

Per tutte le colleghe che sentono come propri questi pensieri, c’è la possibilità di sentirli insieme domenica 13 febbraio, alle 11.00, in Piazza d’Italia a Sassari. 
Se non ora, allora quando?

"Vandali", il libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sul patrimonio culturale


Tra le varie amenità sulla caduta libera, in Italia, del rispetto per il patrimonio storico, artistico, archeologico e per il paesaggio anticipate dal libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo in questi giorni, questa si ricollega strettamente al precedente post:

"Spiega uno studio dell’Associazione europea cementieri che l’Austria nel 2004 ha prodotto 4 milioni di tonnellate di cemento, il Benelux 11, la Gran Bretagna 12, la Francia 21 e mezzo, la Germania 33 e mezzo, la Scandinavia meno di 36 e noi 46,05, battuti di un soffio solo dalla Spagna. Solo che la Spagna ha 90,6 abitanti per chilometro quadrato, noi 199,3: più del doppio. Insomma, di territorio ne abbiamo già consumato troppo (…)."

E ancora, questo altro passaggio è rappresentativo dell'idea distorta, e diffusa, del significato e del valore dei beni culturali:

"Dice l’Ufficio delle Nazioni unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine di Vienna che quello delle opere d’arte trafugate è il terzo business mondiale del crimine dopo i traffici di droga e di armi. 
Eppure tra i 69.000 detenuti nelle carceri italiane all’inizio del 2011 neanche uno era in cella per avere scavato una tomba etrusca, rubato un quadro o trattato la vendita di un vaso antico a un ricettatore straniero. 
Se sei ricercato per «tentato furto di una mucca», (...) puoi restare sei mesi a San Vittore. 
Se cerchi di vendere all’estero la statua di Caligola non vai in carcere. 
Se poi trovi certi giudici, puoi perfino tenerti la merce. 
È successo ad (...) un sub laziale denunciato per essersi «impossessato di beni culturali appartenenti allo Stato». Aveva trovato, guardandosi bene dall’avvertire la soprintendenza, 28 pezzi tra i quali varie anfore antiche e un set di preziosissimi strumenti chirurgici romani con tanto di astuccio, perfettamente integri. 
Il pubblico ministero chiese una condanna ridicola: sei mesi e 2500 euro di multa. «Esagerato!», pensò il giudice (...). E il 3 maggio 2004 assolse l’imputato perché «di anfore, piatti di terracotta, crateri e vasi, manufatti di vario genere, sono pieni i nostri mari» (…)."

Ne sono pieni i nostri mari, le nostre città e i nostri territori.
Una noia.

venerdì 11 febbraio 2011

La cultura del cemento

Si costruiscono in media ogni anno, dice Salvatore Settis, 38 vani residenziali per ogni neonato.
(http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-d1b97ae7-df16-4df4-b87b-d02041dbb35f.html)



Le case restano vuote perché sono evidentemente troppe (quanti di quei neonati vivono o vivranno in abitazioni di 38 stanze?), la terra ci frana sotto i piedi, l'agricoltura soffoca, l'aria è irrespirabile, le bellezza del territorio italiano e la sua storia plurimillenaria mortificate se non distrutte. 

Siamo proprio sicuri di averne bisogno?
Siamo proprio sicuri di voler piegare tutto al cemento?

È davvero il cemento l'unica prospettiva di sviluppo?


giovedì 10 febbraio 2011

"I dirigenti archeologi sono sempre meno e sempre più anziani: manca il ricambio generazionale"

La Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro presenta la mostra "Memorie dal sottosuolo" al Museo Sanna di Sassari e non manca di richiamare l'attenzione sulla mancanza di risorse, finanziarie ed umane, che ne condiziona l'attività.
Così il Soprintendente Bruno Massabò: "A volte abbiamo la sensazione di essere circondati da disinteresse e abbandono".

http://www.sassarinotizie.com/articolo-3789-_memorie_dal_sottosuolo__vent_anni_di_scoperte_inedite_al_museo_sanna.aspx

Noi continuiamo ad insistere...ma pare proprio che sia inutile...di rilanciare il MIBAC e la sua attività con le sole misure davvero serie e utili -assumere personale competente e ripristinare finanziamenti adeguati- proprio non ne vogliono sapere.
Meglio continuare a galleggiare nel nulla.
Un giorno l'incubo finirà. Un giorno il patrimonio storico, artistico, archeologico e paesaggistico sarà sepolto dal cemento e di tutta questa faccenda si smetterà di parlare. Finalmente.

martedì 8 febbraio 2011

E ora il Porto di Traiano

Un altro sito di inestimabile valore storico che sta per andarsene...
http://www.abbracciamolacultura.it/ultime/allarme-crolli-al-porto-di-traiano


e però meglio concentrare l'attenzione su "riforme" utili soltanto a diminuire e sminuire - fino ad eliminarli - i compiti di tutela e le relative prerogative dello Stato. 

Mi riferisco in particolare alle " misure di semplificazione che sole potranno liberare le energie necessarie allo sviluppo del nostro Paese. Su quest’ultimo punto il Ministero ha già dimostrato la propria disponibilità, come testimonia anche la recente semplificazione introdotta per le autorizzazioni paesaggistiche" annunciate dal MIBAC (vedi post precedente)

Inquietante comunicato del MIBAC per il rilancio dell'economia...

Ecco come il Ministero per  Beni e le Attività Culturali intende partecipare allo sviluppo economico dell'Italia: cementificandola e mercificandone il patrimonio culturale..

http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_1022885112.html

una prospettiva davvero allettante, complimenti..
ma se tante voci di indiscussa (e indiscutibile!) competenza dicono che sta sbagliando..un piccolo, piccolissimo dubbio? ...mah.......

domenica 6 febbraio 2011

Fuori dal mille proroghe gli emendamenti per cultura e beni culturali?

L'assemblea nazionale del Partito Democratico ha approvato un documento sulla cultura, illustrato da Matteo Orfini, responsabile del settore nella segreteria del partito.

In attesa di conoscere in dettaglio le idee e le proposte, tra cui l'abolizione di ARCUS e l'impegno verso i "lavoratori" del settore spesso "precari, privi di diritti, tutela e riconoscimento", mi sembra importante sottolineare ora un altro punto.

La presa di coscienza dell'urgenza di intervenire. Siamo prossimi al punto di non ritorno. Bene i programmi per il futuro che ridanno alla cultura e ai beni culturali il ruolo centrale che meritano ma senza un intervento tempestivo saranno vuoti. L'intervento tempestivo deve essere fatto nell'ambito del decreto mille proroghe, che andrà in discussione in Parlamento nei prossimi giorni. Senza, pare, gli emendamenti su cultura e beni culturali.
"Se nei prossimi giorni nella discussione del mille proroghe non succede qualcosa non ne usciamo più".

Condivido questa preoccupazione in pieno.
Per la mia vita personale, perché avevo riposto qualche speranza, seppur debole, in quegli emendamenti che proponevano di assumere al MIBAC il personale già selezionato di cui ha gran bisogno.
Per il sistema beni culturali in generale, che è al collasso.

Mi unisco a Matteo Orfini nel chiedere al Partito Democratico e, aggiungo io, a tutte le forze politiche che hanno mostrato qualche interesse per la cultura e i beni culturali a combattere questa battaglia nei prossimi giorni, nella discussione al mille proroghe.

Non c'è più tempo. Mentre attendiamo fantasmagoriche rivoluzioni, il patrimonio culturale si sbriciola.
Chi ne risponderà?


http://beta.partitodemocratico.it/doc/203002/gli-interventi-della-segreteria-pd-e-dei-presidenti-dei-forum-allassemblea-nazionale.htm